Di allegorico miele. Rapsodie sarde – Ugo Magnanti

Ago 7, 2016 by

Cover Di allegorico miele 9 luglio_solo prima webDi allegorico miele. Rapsodie sarde

Autore: Ugo Magnanti
Editore: FusibiliaLibri
Collana: coassiali (collezione di immagini e poesia)
Anno 2016
pp. 136
formato 18×18
16,00 euro
ISBN 9788898649297

Prefazione di Leonardo Omar Onida, postfazione di Efisio Cadoni
16 tavole a colori per l’opera di Stefania Sergi

disponibile su fusibilia@gmail.com
spese di spedizione a carico di Fusibilia

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dalla prefazione di Leonardo Omar Onida:

Dramma per ogni vero poeta: il raggiungimento della consapevolezza che le cose fuori stanno sempre lì, esistono a prescindere da noi pur rinnovandosi di vitalità ad ogni nostro ri-descriverle, ri-nominarle. Perciò Di Allegorico Miele, questo tipo di viaggio delle Rapsodie Sarde di Ugo Magnanti, quello che non è semplice spostamento da luoghi verso altri approdi, rappresenta una vera dimensione di stupore e incanto. Un incanto che non ha le caratteristiche del ricorso alla banalità del fanciullino, bensì la consapevolezza di un disincanto che sospende il giudizio e si affida alla Parola, al dirsi e darsi delle cose, per poi esprimere la sua più compiuta metamorfosi in nuovo incanto. Questo non poteva che accadere in uno dei teatri naturali più suggestivi del mondo, in una Terra che racchiude sacralità e poesia ancestrale, radici che sono universi di anime scolpite nei sorrisi e nell’accoglienza, quell’abbraccio autentico, asciutto, di un popolo che è, ogni giorno, la sua storia millenaria in un perenne ed eterno ritorno del diseguale, un continuo scoprirsi nel viaggio dell’Altro.

 

dalla postfazione di Efisio Cadoni:

Di Allegorico Miele non è un’antología di canti popolari della Sardegna, come il sottotítolo, Rapsodíe Sarde, sembrerebbe suggerire; e non è una crestomazía di músiche o versi altrui. E non è neppure un libro popolare, se non nel senso che, nella volontà del poeta, è destinato all’umanità, a un pòpolo che si fonde con la nòbile moltitúdine che conduce la propria mente e il proprio cuore lungo la via dei sentimenti e della bellezza attraverso gli stímoli dell’arte, della poesía. […] È il racconto rapsòdico di un viaggio di esplorazione e di ricerca […] ma è anche un’allegoría, cioè un viaggio che descrive l’ísola e le emozioni che essa desta e insieme, profondamente, vuol significare un astratto Altrove; ed è un’allegoría nella sua ricca misteriosa terminología, un racconto ricco di metàfore, di enigmi […] Forse ogni sua parola poètica è un enigma. Un viaggio nel mistero della vita. Quasi un viaggio nel sogno. E gronda di malinconía in ogni suo collegamento sintàttico, come già nell’avvío musicale-concettuale in cui chiede aiuto alla musa affinché gli renda ‘dolci’ le parole, iblee, imettie, ma anche sarde, di miele amaro, rare, insostituíbili, essenziali che percórrano il sangue fino al capo e al cuore e tòcchino tutti i sensi: una mestizia di nero autunno che rimpiange la rossa estate.

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Ugo Magnanti è nato e vive nelle città di Anzio e Nettuno, dove lavora come insegnante di materie letterarie in un istituto superiore. Poeta e promotore culturale, ha ideato e diretto numerosi eventi letterari in diverse città italiane, fra cui la rassegna “Nettuno Fiera di Poesia 2010”. Pur privilegiando l’oralità e l’azione della poesia, ha pubblicato, fra l’altro, la raccolta Rapido blé, Ume, 2003; la poesia d’arte Pronostico, con 2 acquerelli originali di Eugenia Serafini, Edizioni Artecom-onlus, 2011; le plaquette 20 risacche, Acume edizioni, 2007; Poesie del santo che non sei, Edizioni Akkuaria, 2009; Il battito argentino, Alla pasticceria del pesce Edizioni, 2011; il poemetto in ‘stanze’ L’edificio fermo, FusibiliaLibri, 2015. Ha partecipato con sue poesie-oggetto a varie mostre e ha curato azioni, fra cui Otto poeti nell’immondizia, Poesie vomitate contro la Turbogas, il body poem Notte di Valpurga, Sicilia Poetry Bike (con Enrico Pietrangeli), Icaro e Dedalo Ditirambi No Turbogas, BiciNuragica-Poesia 2012-2015. Nel 2012 ha partecipato al 49° Festival Internazionale degli Scrittori di Belgrado.