Lilith unica madre – Dona Amati

Apr 20, 2024 by

Lilith unica madre

Autrice: Dona Amati
Editore: FusibiliaLibri
con un testo e nove tavole a colori di Ugo Magnanti
Collana di poesia: fari 
Anno 2024
pp. 40
formato 11×18
13,00 euro
ISBN 9788898649990

 

 

 

 

 

 

disponibile su fusibilia@gmail.com
spese di spedizione a carico della casa editrice

 

La figura di Lilith, la prima donna, è così potente che l’egemonia fallocratica, predatrice della psiche e della vita delle donne, ha lavorato per millenni alla sua rimozione dalla storia e dalla coscienza […] In questi versi la Dea parla alle donne come Magna mater, come intuito primevo della donna madre-interiore che ridefinisce la “sfera di nutrimento”, essenziale per integrarsi col
proprio Sé. Un’energia aurea tra vita e conoscenza che nel contempo ammonisce quanti ancora la respingono. Amarla o temerla. Dipende dal coraggio spirituale, dal riguardo con cui la si accoglie.

 

dalla introduzione di Valentina Campiglio:

Lilith è l’archetipo del femmineo indomabile, incoercibile, puro. È colei che rifiuta di oggettivarsi e di farsi oggettivare. Conosce le sue tenebre e danza con esse, senza paura di restare sola.
Nelle sue varie rappresentazioni, Lilith è raffigurata nel dualismo (uomo-donna, bene-male), un dualismo che si ritrova nelle opere dell’artista surrealista Remedios Varo, in cui i confini tra maschile e femminile, antropomorfo e zoomorfo, si confondono e si ottundono attraverso l’alchimia, permettendo all’osservatore attento di trascendere, o semplicemente instillandogli
quel sano disagio che lo fa dubitare della realtà percettibile solo attraverso i sensi. Questo dualismo permette a Lilith di bastare a sé stessa, e di scegliere.

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Dona Amati (Roma 1960) è poeta, haijin, performer. Ha cofondato le associazioni culturali Le MeleGrane, e Fusibilia di cui è attuale presidente e curatrice del marchio editoriale. Tra le sillogi pubblicate: Il pomo e la mela, Lietocolle 2006, Riguardo all’obbedienza. Poesie dal corpo, FusibiliaLibri 2013 (menzione d’onore al XIX Premio Letterario Internazionale Città di Sassari 2016), e Haiku della buona terra, FusibiliaLibri 2019 (2° classificato al “Festival Premio letterario Emilio Lussu”, Cagliari 2019). È autrice del testo de Il Dito del diavolo. Op. 71, poesia musicale del M° Marco Pietrzela, Ed. Musicali Berben 2007. Ha ideato e curato vari volumi collettanei tra cui Caro maschio che mi uccidi, tre edizioni di Teorema del corpo, e cinque edizioni di Haiku tra meridiani e paralleli. Numerose le partecipazioni a festival letterari in Italia, con alcune presenze anche all’estero, fra le quali nel 2012 in Serbia, al 49° “Festival internazionale degli scrittori di Belgrado”, e nel 2017 in Marocco al “Festival delle due sponde”. Tra le molte manifestazioni ideate e organizzate: “Donne tra senno e danno” Roma 2008; “Grande asta di poesia” all’interno di Caffeina Cultura, Viterbo 2011; “Poesia Madre”, Viterbo 2012; “La parola è femmina” nell’ambito della rassegna mondiale “La palabra en el mundo”, Casa Internazionale delle Donne, Roma 2013; “Eros e Kairos. Festival internazionale della poesia al femminile”, Roma, Viterbo, Civitavecchia 2014, in collaborazione con il Museo di Villa Giulia di Roma. Ha fondato il movimento “Saffo e le altre” per il recupero e la diffusione del patrimonio letterario delle donne, presentato in Campidoglio a Roma nel 2014.

Ugo Magnanti (Nettuno 1964) ha pubblicato diverse opere di poesia, tra le quali, più recentemente, l’autoantologia Il nome che ti manca (peQuod 2019), con note di Carlo Bordini e Rino Caputo, il poemetto in ‘stanze’ L’edificio fermo, con prefazione di Antonio Veneziani e una nota di Cristina Annino (FusibiliaLibri 2015), la plaquette Ciclocentauri, con tavole di Gian Ruggero Manzoni (FusibiliaLibri 2017), e con Cristina Annino, il melologo Ciò che l’Isola dice. Capriccio sul mal di Sardegna, musica di Fausto Ciotti (FusibiliaLibri 2022). Fra le curatele Quanto non sta nel fiato, tutte le poesie della poetessa serba Duška Vrhovac, prefazione di Ennio Cavalli (FusibiliaLibri 2015), Sogni di terre lontane, di Gabriele D’Annunzio, con prefazione di Pietro Gibellini (Scoprirenettuno 2010). Fra le tante presenze a manifestazioni di poesia, nel 2012 ha partecipato al 49° “Festival internazionale degli scrittori di Belgrado”.

Valentina Campiglio (Varese 1974) ha pubblicato opere di poesia, tra cui In Essere Azzurro, FusibiliaLibri 2016. È presente in varie edizioni dell’agenda poetica Il Segreto delle Fragole, e nell’antologia di poesia erotica Ti bacio in bocca, entrambe per Lietocolle, 2005. Suoi testi su tematiche di genere sono apparsi in antologie, fra le quali, Caro bastardo ti scrivo (2013), Teorema del corpo (2015), Teorema del corpo II: dire d’Eros (2018), Caro maschio che mi uccidi (2019), tutte per FusibiliaLibri. Ha partecipato a eventi letterari, tra cui il festival di poesia femminile “Le parole per dirlo” (2012), patrocinato dall’Unesco. Attiva anche nelle arti visive, espone in Italia da circa un trentennio, ed è stata presente con una personale al “Malura Museum” di Oberdiessen, Germania. È membro di “Saffo e le Altre”, movimento letterario volto alla diffusione della letteratura femminile.