“Partita (Penelope)” di Simone di Biasio – Roma 18 novembre 2016

Nov 13, 2016 by

loca-partita-penelope-romaVenerdì 18 novembre 2016, dalle ore 19,30 presso il Mangiaparole di via Manlio Capitolino a Roma (fermata metro “A” Furio Camillo) Simone di Biasio ci parlerà del suo Ulisse che piange la partenza di Penelope, monologo in versi trasposto in Partita (Penelope), volumetto di pregiatissima veste editoriale pubblicato da FusibiliaLibri, 2016, arricchito dalla traduzione a fronte in greco a cura della poeta Evangelia Polymou e dalle opere a colori, appositamente create per il monologo, dall’artista Stefania Romagna.

Insieme all’autore ne parlerannola prefatrice Alessia Pizzi e Monica Martinelli.

Saranno presenti gli editori Ugo Magnanti e Dona Amati.

 

 

 

scheda libro: www.fusibilia.it/?p=4100
Una lettura: www.poetarumsilva.com/2016/06/08/simone-di-biasio-partita-penelope/
___
Penelope è partita. Ha atteso il ritorno di Ulisse, si è ricongiunta a lui, ma dopo quella notte – la notte d’amore narrata da Omero – è lei a partire. L’eroe rimane dunque solo sulla spiaggia di Itaca: è sconcertato e rivolge alla sua compagna un accorato monologo (in versi) in cui spiega le ragioni della sua lunga assenza, ma anche quelle del suo ritorno. Non gli rimane che sperare anche nel ritorno di Penelope la quale, intanto, sembra aver tessuto non un velo bianco e senza ricami, ma una vera e propria carta di navigazione. Venti anni sono un tempo abbastanza sufficiente per diventare una esperta di mari (aiutata dai Proci? O dal cuore rivolto ad Ulisse?).
Da questo testo scritto da Simone di Biasio e pubblicato nella collana “Nastri” di “Fusibilia” non sappiamo se Penelope fu donna fedele come il mito ci tramanda, ma soprattutto non importa. L’autore dà voce ad una Penelope inedita pur senza farla parlare: le sue parole sono un viaggio covato a lungo. Non un ricatto, più esattamente una ricompensa. È incredibile come dopo 3.000 anni due personaggi come Penelope e Ulisse, forse mai esistiti, ci mettano ancora di fronte alle loro azioni, alle loro Odissee, come sosteneva Calvino: Omero ci ha consegnato – lui davvero – una tela, una trama che può essere ripresa in qualsiasi momento per via di quell’intreccio di storie sviluppate o soltanto abbozzate. Finora non era mai accaduto che Penelope partisse: possiamo dirci felici di questo nuovo viaggio della nostra amata/odiata eroina. Il libro è composto anche da una traduzione a fronte in greco moderno curata dalla traduttrice e poeta Evangelia Polymou, dalla dotta introduzione della grecista Alessia Pizzi, e dalle opere di Stefania Romagna, pittrice e performer che ha costruito matericamente le sue tele con protagonista “tante” Penelope. Che tutto questo non sia l’inizio di una Penelopea?