TERZAFASCIA – Giovanna Amato

Giu 24, 2017 by

Terzafascia

Autrice: Giovanna Amato
Editore: FusibiliaLibri
Collana: diorama (collezione di prosa)
prefazione di Anna Maria Curci
Anno 2017
pp. 144
formato 17×17
14,00 euro
ISBN 9788898649419

 

disponibile su fusibilia@gmail.com

Direttamente dalla fervida fantasia di Giovanna Amato TERZAFASCIA è un curioso romanzo ove si narra delle nuove forze lavoro della Istruzione italiana, stuoli di laureati presi d’impatto dalla burocrazia e dalla miopia della classe politica, inventrice della “terza fascia di docenti” (precari), che li porta a vagare da una scuola all’altra, da un plesso di periferia a un blasonato istituto d’élite inseguendo il diritto fondamentale di ogni persona, il lavoro. Se non fosse per la penna briosa, e impietosa, di Giovanna che consegna al lettore uno spaccato sul mondo del lavoro disarmante per tutti, tranne che per la cocciuta protagonista di Terzafascia, si potrebbe pensare alle atmosfere distopico-sociali dei romanzi di Orwell, ma per fortuna, qui si ride pure. Tanto. Per non piangere.
Grandiosa la prefazione di Anna Maria Curci.

 

dalla prefazione di Anna Maria Curci:
… la scansione del romanzo in anni scolastici in continuità, dal 2012/2013 al 2016/2017, testimonia che la vita da “terza fascia” prevede una nuova, tutta propria, articolazione del tempo. […] Chi legge individua altresì elementi del romanzo di formazione e segue Olivia, inerpicandosi con lei, nell’andirivieni tra centrali e succursali, segreterie e frantoi come mete di tanto sorprendenti quanto caldeggiate uscite didattiche, nel suo percorso fatto di entusiasmi confinanti con l’estasi, di cocenti delusioni con contorno di indifferenza istituzionale e umiliazione amministrativa, di disincanto condito di tenace resistenza, nonostante tutto e, ancora una volta, “a conti fatti”. Lungi dal piangersi addosso, l’io narrante ci informa nell’incipit impeccabile, nel quale parole, accenti, segni di interpunzione, autopresentazioni e dialoghi, excursus fulminei, e nello stesso tempo funzionali al disegno del tutto, concorrono a farci sapere che essere collocata, dopo un brillante percorso di studi, nelle graduatorie di supplenti di terza fascia per le classi di concorso corrispondenti al corso di laurea in lettere, la proietta in una dimensione tutta da esplorare, che le cambierà l’esistenza – soprattutto quanto a orari di sveglia antelucana, collegi docenti e riunioni varie ordinarie e straordinarie – senza dare, in cambio, alcuna garanzia di stabilità, almeno non quella delle categorie normali. […] Vivere con passione, rievocare con divertita devozione: questo è il binomio sul quale Giovanna Amato costruisce il suo romanzo, questo è il connubio che induce riconoscenza in chi legge.

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Giovanna Amato è nata a Salerno nel 1986 e vive da molti anni a Roma, dove insegna come “terzafascia” in scuole medie e licei. Ha pubblicato la monografia su Amelia Pincherle Rosselli, drammaturga e nonna di Amelia Rosselli, Tragico tempo, chiaro il dovere, Alinea, 2012, e la raccolta di racconti La Signora dei Pavoni, Empirìa, 2016. Ha scritto per il teatro il breve monologo Un piccolo colpo leggero (ne La confessione, 2012), portato in scena al Teatro Valle Occupato dal regista Walter Manfrè. Dal 2013 è redattrice del lit-blog “Poetarum Silva”, dove si occupa di critica letteraria e musicale.

Anna Maria Curci è nata a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Suoi testi sono apparsi in riviste, in antologie e su lit-blog. È nella redazione del blog “Poetarum Silva”, della rivista trimestrale “Periferie” e del sito “Ticonzero”. Ha pubblicato in rete traduzioni da testi di diversi autori, prevalentemente di lingua tedesca. Sono pubblicate in volume dalla casa editrice Del Vecchio sue traduzioni di poesie da: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio / Sonntags dachte ich an Gott, 2012, del romanzo Johanna di Felicitas Hoppe, 2014, di poesie da: Hilde Domin, Il coltello che ricorda, 2016. È in uscita, per le edizioni Canopo, la sua traduzione del racconto I fortunelli di Felicitas Hoppe. Sue sono le raccolte di poesia: Inciampi e marcapiano, LietoColle, 2011, e Nuove nomenclature e altre poesie, L’arcolaio, 2015.

 

recensione di Giorgio Galli

Terzafascia” è la terza fascia delle graduatorie di istituto, che comprende -cito dal sito del Miur- “i docenti non abilitati in possesso del titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento”. Tradotto in vita quotidiana, è la fascia degli insegnanti più precari. Giovanna Amato lo scrive senza spazi rivelando il lemma burocratico per quello che è: un marchio, che per chi lo vive assurge a condizione permanente: si è precari come si fosse affetti da una malattia incurabile; la precarietà diventa un modo di sentire, un tarlo che col tempo si fissa in una tara. Si pensa da precari, ed è un pensare diverso da quello di chi “ha un lavoro fisso”: un pensare che, forse, rimarrà tale anche quando la precarietà sarà finita. L’autrice riesce a raccontare questa condizione in un’opera che, lungi dall’essere “l’ennesimo libro sui precari”, o “l’ennesimo libro sulla scuola”…

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