Post-fazione a “L’oasi e la neve di Monica Osnato”
di Dona Amati
Leggere Monica Osnato significa incontrarne la parte predestinata al valore creativo delle memorie corporee, perché è l’Eros, l’archetipo primordiale inalienabile, intriso di anima e carne, di amore e morte, l’elemento nodale che ‘soggettivizza’ il vissuto incarnato nell’io poetante. Eros, che per la ‘poeta’ non significa assolutismo del possesso dell’altro, ma piuttosto la compenetrazione reciproca, il desiderio di complementarietà.
Vivit sub pectore vulnus: la ferita sanguina nell’intimo del cuore, dice Virgilio, e la vulnerabilità dell’amore è raccontata senza congetture, tra ricordi e suggestioni, languori e rimpianti che dicono degli amanti ormai lontani, del doloroso movimento che va dall’Oasi ristoratrice della passione, alla Neve gelata della distanza, alla coscienza alterata, alle metamorfosi del corpo, alle mutilazioni sensoriali, che questo subisce quando è presente “l’assenza” dell’amato.
“Ci sono stata, bianca sabbia tra le mani sue / e dieci sassi in fila lungo il fiume / per ricordare il luogo esatto e poi l’addio”.
Quando un legame investe intensamente la sfera emotiva, e soffre delle sue cadute, allora rende mitico il passato: ma questi versi non si limitano alla celebrazione del rimpianto e dell’esortazione, poiché la poeta, anche nella malinconia più riconosciuta, e persino nell’addio, non accetta mai di disimparare l’Amore.
Così, Monica Osnato, nella fusione della triade ciclica passione-abbandono-dolore, come riflusso continuo di morte e rinascita, tenta la rigenerazione anima-corpo, attraverso il fare poetico, la cui meta è la ricomposizione dell’universo parcellizzato, dell’unicità degli amanti, ciascuno carne e anima dell’alterità dell’altro, per un’unica entità rivelata:
“… In due. / Noi siamo una folla. / È il destino pazzo degli amanti. / È per questo che rincorro versi.”
E ancora: “… Il suo nome / -l’unico che io conosca- / è diventato anche il mio”. // “Come non nominarti adesso / che anche il mondo ha il tuo nome”.
L’autrice si increspa sulla nostalgia, ma non resta assorta, reagisce, è più viva che mai, corteggia, cerca costantemente il suo amante, richiamandone l’attenzione, progredendo sui sensi multisensoriali e le contaminazioni naturali, arricchendo il lessico attraverso l’osservazione degli elementi primordiali: cielo, nuvole, vento, rose, con i quali si identifica e si riconcilia, rendendoli valori polimaterici per le allegorie induttive di cui è costellata la sua poesia, elaborandoli, attraverso un dettato interiore, come un unico amalgama particolare-universale, come una natura attrice e animata: “Scava una tana in me /spalanca alcove di morbido muschio / io certo vengo / a chiudere le porte / se il vento mi distilla / in piccole gocce e stelle”.
Di registro stilistico disciplinato, morbido e tondo, comunque penetrante, la poesia di Monica Osnato si distingue per un’architettura semantica di grande effetto comunicativo, per un tratto essenziale e misurato, per l’iconografia delle parole fortemente evocativa.
Queste soluzioni formali avvalorano l’idea, se mai ce ne fosse bisogno, che spesso la sobrietà dello stile restituisce, con esiti apprezzabili, il carattere assoluto e superiore della parola.
Nella scrittura della Osnato, l’essenza del racconto poetico si compone in una versificazione prevalentemente breve, come se contenuto e forma trovassero la loro cifra più vera in una sorta di ‘distillato’ poetico. Una scrittura in equilibrio, soffusa di una malinconia sempre arginata da quella dignità che nulla disconosce all’energia dell’essere donna.
Una scrittura in cui la leva dell’introiezione concede di riemergere a una realtà più definita e consapevole, per un ritorno, attraverso la Poesia, alla quiete silente:
“Per la notte che mi è sorella, io chiedo di far ritorno nel silenzio”; perché, per citare Susan Sontag, “il silenzio mantiene le cose aperte”.
Ed è, questa, la medesima suggestione con la quale Monica Osnato costruisce la sua Oasi e la sua Neve, come l’architrave di una soglia intima che non vuole cedere.
L' oasi e la neve poesie d'amore e d'eros di Monica Osnato
Roma: Il calamaio editore, 2011 47 p., 10€ ISBN 978-88-87277-94-4