Su “Due margherite dispari” di Roberto Miano

Dic 18, 2014 by

I di copertina margherite_Miano

di Enrico Meloni

Si direbbe che un minimalismo lontano da autocompiacimenti o vittimismi sterili attraversi i racconti contenuti nella raccolta Due margherite dispari, che propone una scrittura semplice, quotidiana, che tuttavia viene talvolta scossa da passaggi, almeno all’apparenza criptici; una prosa percorsa da fantasiosi neologismi ma controllata e di qualità, che emana, senza dichiararlo, un contenuto ma potenzialmente illimitato gusto del vivere pacato, discreto, che si nutre di una originalità autentica e talora sorprendente.

Si riscontra, con più evidenza in alcuni passi, uno stile quasi lirico, che risalta in taluni spazi narrativi attraversati da tonalità lievemente surreali o intrise di un umoristico, personale realismo magico, che, nonostante i disagi, le asprezze del vivere, ha il dono di conciliare il lettore con alcuni piccoli elementi della natura o con minuti tratti dell’esistenza, spesso trascurati ma sostanziali per armonizzarsi con se stessi e con il mondo.

Leggere il libro di Miano, per usare una metafora che forse aiuta a cogliere l’essenza del suo stile narrativo, ci pone a contatto con molteplici cristalli di sale, che offrono un sapore differente e spesso inatteso, a seconda delle circostanze, dell’ambientazione, dell’umore del fruitore. Cristalli che presentano una loro peculiare consistenza e, dunque, si offrono per essere degustati, per nutrire un possibile senso della vita, come accade alle nuvole dell’omonimo racconto, le quali “vezzeggiano il palato” e vengono assaporate insieme al pane, con “almeno tre pensieri per ogni boccone”.

scheda libro

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