Cammino orgogliosa per la mia strada – Wallada (sec. XI)
Cammino orgogliosa per la mia strada
Autrice: Wallada Bint Al-Mustafki (sec. XI)
Curatore e traduttore: Claudio Marrucci
con un saggio di Antonio Veneziani
Editore: FusibiliaLibri
Collana: Torce (Commentari di poesia)
Anno 2015
pp. 120
formato 15×15
13,00 euro
ISBN 9788898649204
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È questa la prima e unica pubblicazione in lingua italiana della poesia di Wallada Bint Al-Mustafki vissuta durante l’XI secolo nei territori arabo-spagnoli e definita la “Saffo andalusa”. Non avendo fratelli maschi, Wallada ereditò i beni del padre e li utilizzò per aprire un cenacolo letterario nel quale accolse donne di tutte le classi sociali per insegnare loro la poesia. La sua fama di poeta la portò ad essere molto considerata da alcuni dei grandi poeti e intellettuali del tempo. Wallada girava senza velo vestendosi addirittura da uomo: libera, trasgressiva, indomita, non si sposò per non dover sottostare al controllo maschile e morì sulla soglia dei cento anni. Autrice scoperta di recente in Spagna, pressoché sconosciuta in Italia, proposta ora ai lettori italiani da FusibiliaLibri, editore particolarmente attento alle tematiche di genere, che con grande orgoglio (mutuando il titolo della raccolta), scommette sulla voce di questa poeta femminista ante-litteram. Cammino orgogliosa per la mia strada comprende i lavori di Wallada e delle sue allieve. Il volumetto è arricchito delle note storico-poetiche del curatore-traduttore Claudio Marrucci, che si è speso per il recupero delle pubblicazioni in spagnolo, e di Antonio Veneziani, uno dei nomi più influenti della poesia contemporanea.
L’editore
dall’introduzione di Claudio Marrucci
Alcuni autori definiscono Wallada ‘una donna virtuosa e di solidi principi morali’. Altri invece la dichiarano donna che conduce una vita indegna e amorale. E l’accusano anche di non rispettare la riservatezza del suo rango.
Wallada abbandona la vita nel 1091, quando sta per compiere cento anni.
Personaggio mitico, capace di rivendicare la sua dignità di donna e di scrittrice, definita la ‘Saffo andalusa’, è giunta a noi con una manciata di versi, ma assai pregnanti e pungenti.
dal saggio di Antonio Veneziani
La poesia è una religione che non dà speranze, sarà anche per questo che quando, prima ho incrociato e poi incontrato, l’altera, ironica, languida, svagata, ribelle, Wallada Bint Al-Mustakfi ho intuito che avrebbe potuto essere una compagna di viaggio in questa metropoli romana, che come Al Zahara è in via di totale disfacimento.
Due città sfigurate e slabbrate dove la poesia si annida persino negli interstizi e nelle mura crepate.
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