La partenza di Penelope in un monologo in versi di Ulisse

Giu 5, 2016 by

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La partenza di Penelope in un monologo in versi di Ulisse

Un poeta ha immaginato che a partire per la prima volta sia l’eroina greca simbolo di fedeltà e attesa. Odisseo torna, ma ora le chiede scusa e la piange.

Penelope è partita. Ha atteso il ritorno di Ulisse, si è ricongiunto a lui, ma dopo quella notte – la notte d’amore narrata da Omero – è lei a partire. L’eroe rimane dunque solo sulla spiaggia di Italia: è sconcertato e rivolge alla sua compagna un accorato monologo (in versi) in cui spiega le ragioni della sua lunga assenza, ma anche quelle del suo ritorno. Non gli rimane che sperare anche nel ritorno di Penelope la quale, intanto, sembra aver tessuto non un velo bianco e senza ricami, ma una vera e propria carta geografica. Venti anni sono un tempo abbastanza sufficiente per diventare una esperta di carte navali (aiutata dai Proci? O dal cuore rivolto ad Ulisse?).

Da questo testo scritto da Simone di Biasio e pubblicato nella collana nastri di “FusibiliaLibri” non sappiamo se Penelope fu donna fedele come il mito ci tramanda, ma soprattutto non importa. L’autore dà voce ad una Penelope inedita pur senza farla parlare: le sue parole sono un viaggio covato a lungo. Non un ricatto, più esattamente una ricompensa. È incredibile come dopo 3.000 anni due personaggi come Penelope e Ulisse, forse mai esistiti, ci mettano ancora di fronte alle loro azioni, alle loro Odissee, come sosteneva Calvino: Omero ci ha consegnato – lui davvero – una tela, una trama che può essere ripresa in qualsiasi momento per via di quell’intreccio di storie sviluppate o soltanto abbozzate. Finora non era mai accaduto che Penelope partisse: possiamo dirci felici di questo nuovo viaggio della nostra amata/odiata eroina. Il libro è composto anche da una traduzione a fronte in greco moderno curata dalla traduttrice e poeta Evangelia Polymou, dalla dotta introduzione della grecista Alessia Pizzi, e dalle opere di Stefania Romagna, pittrice e performer che ha costruito matericamente le sue tele con protagonista “tante” Penelope. Che tutto questo non sia l’inizio di una Penelopea?

 

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Un estratto dal monologo di Ulisse:

il viaggio indicasti a me lanciando ogni giorno
un grido un filo la voce come tela
io tuo burattino aprivo golfi come le tue cosce
ammaravo nelle insenature del tuo petto
col ventre a favore approdavo dentro le case

ho sfondato porte che credevo tue
entravo sempre in parti annunciate da acque rotte
non sapevo quali figli stessi mettendo al mondo

 

dalla prefazione di Alessia Pizzi:

Non serve aver letto l’intero ciclo omerico per conoscere la storia di Odisseo e Penelope, non serve avere una laurea specifica per comprenderne il significato. Che siano esistiti veramente oppure no, che abbiano regnato realmente sull’isola di Itaca, che siano stati coinvolti in una – successivamente romanzata – guerra di Troia, non ci è dato saperlo. Quello che sappiamo con certezza, però, è che questo mitologico rapporto ha messo radici nell’immaginario umano, elevandosi come una quercia indistruttibile e resistente alle calamità del tempo, divenendo paradigma – non così positivo – del rapporto tra uomo e donna, come tanti altri exempla tratti dallo stesso conosciutissimo epos. Per questo motivo parlare di Penelope nel XXI secolo significa dover fare i conti prima di tutto con una serie di stratificazioni ideologiche. Poiché, nonostante l’Odissea le abbia regalato una fama imperitura, il personaggio è vittima di una serie di cristallizzazioni accumulatesi di generazione in generazione. […] Nel rispetto dell’acclamata tradizione precedente, Simone di Biasio fa un passo in avanti, offrendo la parola d’amore a chi nel ciclo d’appartenenza non aveva avuto l’opportunità di aprire il proprio cuore, nella fattispecie gli eroi omerici. […] Penelope è partita, ha abbandonato la gabbia angusta di cui fu schiava per un ventennio: l’onta dei numerosi tradimenti, legittimati da una mentalità ingiusta, è stata vendicata, l’offesa è stata ripagata.

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Simone di Biasio, nato a Fondi (Lt) nel 1988, si è laureato in Editoria e Giornalismo all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sulla “radiovisione”. È giornalista pubblicista freelance. Cofondatore dell’Associazione “Libero de Libero”, di cui riveste la carica di Presidente, che ha ideato il primo ‘Festival poetico della città di Fondi’, “verso Libero”, e il Premio di Poesia “Solstizio” per opere prime. Collabora con la rivista di poesia “Atelier” (www.atelierpoesia.it). Ha pubblicato Assenti ingiustificati, EdiLet, Roma, 2013, con la prefazione di Claudio Damiani che gli è valso il XXX Premio “A. Gatto”, e il XXXVIII Premio “Minturnae”. In preparazione un nuovo libro in versi, “Panasonica”. Ha un blog: giornalismopo-etico.blogspot.it.

Evangelia Polymou vive ad Atene, dove lavora come insegnante e traduttrice. Ha studiato Letteratura greca e italiana presso le Università di Salonicco, d’Atene e di Perugia. Collabora con riviste e periodici sia cartacei che on-line scrivendo articoli e saggi. Si dedica alla traduzione di poeti italiani in greco, e anche greci in italiano, ed ha al suo attivo un ampio archivio di traduzioni di autori contemporanei italiani (Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Vittorio Sereni, Alberto Moravia, Alda Merini, Francesco Marotta, Ida Travi, ecc.). In Grecia, collabora con la rivista online “Poiein”, luogo di riferimento per la poesia, per la quale pubblica traduzioni di poeti italiani, e in Italia è tra i fondatori e redattori del blog di poesia e arte contemporanea “Perigeion”.

Alessia Pizzi è nata nel 1988 a Roma dove vive. Laureata in Filologia Classica dopo un soggiorno di ricerca ad Oxford, ha iniziato a lavorare nella comunicazione e come giornalista. La cultura è la sua più grande passione: per questo motivo nel 2015 ha fondato il portale d’informazione “CulturaMente”, di cui è la caporedattrice. Ha pubblicato la raccolta poetica (In)fallibilità dell’ego ed è inserita nei volumi antologici Teorema del corpo. Donne scrivono l’eros, e Haiku tra meridiani e paralleli. Terza stagione, FusibiliaLibri, 2015 e 2016.

Stefania Romagna è pittrice, performer, scenografa, artista del riciclo. Ha esposto le sue opere in stile metropolitano in collettive e personali nelle maggiori città italiane ed europee, tra cui: Barcellona, Suburbe. 2° Intervenciò mural sota la ciutat, 24° e 25° Marato’ de l’espectacle, Stage Gallery Buda bar, Drap Art’07 Festival Internacional de Reciclatge Artìstic, “El molino” personale di pittura Galerie Iurantia, Queens Gallery Sitges; GNAM di Roma; l’allestimento scenografico ‘Film Festival del Cortometraggio a Berlino Hunter De Mauer’; Uppsala, Svezia, ‘Rassegna Arte Contemporanea Galery’s’; Parigi ‘Arte Contemporanea Champs Elisé’. Performer in Odissea contemporanea 2014 e 2015 per MAD, ‘Festival Poetico Verso Libero Fondi’, 2014 e 2015; Profonda Superficie progetto di Videoarte per Premio Celeste 2014, Mostra d’oltremare, Napoli 2015. Attualmente collabora con ‘Uneven eye collettivo film industry’. Vive tra Terracina, dove è nata, in provincia di Latina, e Barcellona, Spagna.

 

Titolo: Partita (Penelope)

Autore: Simone di Biasio
Editore: FusibiliaLibri
Collana: nastri
Anno 2016
pp. 64
formato 15×15
13,00 euro
ISBN 9788898649273

Traduzioni in greco di Evangelia Polymou

Prefazione di Alessia Pizzi

Illustrazioni a colori di Stefania Romagna

disponibile su fusibilia@gmail.com